Mastectomia Angelina Jolie. Riggio, Istituto Tumori: chirurgia preventiva mai scelta obbligata


Riportiamo una delle interviste rilasciate ai giornali dal Dr Riggio Egidio in merito alle ultime dichiarazioni di Angelina Jolie relative alla chirurgia preventiva facendoci una domanda obbligata: "ma se la prevenzione riguardava il cervello?" Oscar Peris

Milano, 14 maggio 2013 – La rivelazione shock di Angelina Jolie di essersi sottoposta ad una duplice mastectomia preventiva per ridurre il rischio di cancro al seno, come confessato al New York Times, sta facendo rapidamente il giro del mondo e alimentando un acceso dibattito nella comunità scientifica.

Secondo il dottor Egidio Riggio, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica e microchirurgia presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, “Per le donne a rischio ereditario, la chirurgia preventiva non deve rappresentare una scelta obbligata ma va serenamente ponderata rispetto alla decisione di eseguire per tutta la durata della vita, uno stretto monitoraggio strumentale degli organi a rischio.

E' doveroso precisare – sottolinea Riggio - che il percorso che conduce ad un intervento profilattico al seno è basato su indagini genetiche e test ematici, e non solo sulla storia familiare di una madre o di una sorella con carcinoma mammario. Non deve essere mai una scelta emotiva della donna coinvolta!

Le donne ad alto rischio, genetico, di cancro al seno rappresentano una minima parte della popolazione, una su 200, e non più del 5-10% di tutte le donne affette da tumore, lo sono. In questi casi – precisa Riggio - si parla di tumori “ereditari” ed il rischio interessa la mammella e l'ovaio.

Pertanto le donne nella situazione della Jolie devono affrontare anche un'annessiectomia, ovvero l'asportazione delle ovaie”. Ma quali conseguenze psicologiche possono avere sull’individuo questo tipo di interventi? Lo specialista milanese non ha dubbi: “Sulla base della mia esperienza nella chirurgia plastica ed estetica del seno, la mastectomia bilaterale ha un enorme impatto psicologico che deve essere considerato e studiato caso per caso.

Comunque, esistono tecniche che consentono una ricostruzione immediata preservando il capezzolo e inserendo da subito una protesi anatomica di silicone, creando una forma ed una simmetria spesso soddisfacente per la donna. Ad ogni modo – conclude Riggio - complimenti a questa donna che ha avuto il coraggio di fare una scelta difficile e dolorosa”.



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